sabato 3 dicembre 2011

Incontri del primo tipo

Come dissi tempo fa, esistono scrittori di serie A e scrittori di serie B. Cosa li distingue agli occhi di noi editor? La professionalità. E qui si passa a un'ulteriore precisazione:

1. C'è lo scrittore permaloso, che si offende per ogni correzione dell'editor e che contesta persino le virgole.
2. C'è lo scrittore menefreghista, che accetta passivamente tutte le scelte dell'editor.
3. C'è lo scrittore paraculo, che finge di essere menefreghista e invece è permaloso.
4. C'è lo scrittore che non ascolta l'editor e corregge a cazzo il suo romanzo.

Inutile dire che la terza tipologia è la più diffusa. La seconda per fortuna un po' meno, anche perché è la più tremenda; presume infatti che venga meno il proverbiale dibattito tra editor e scrittore, quello che è all'origine di ogni opera di tutto rispetto. Senza non ci sono che correzioni e storie. Nessun tipo di confronto, nessun margine di miglioramento.

Perché vi sto parlando di questo? Perché si dà il caso che stia lavorando con uno scrittore del primo tipo. Un autore spocchioso e dallo stile imbarazzante che, non si sa come, è al suo decimo o ventesimo romanzo. Una collega mi aveva anticipato qualcosa sul suo caratterino, ma credevo esagerasse.

Sbagliavo. Oh, se sbagliavo.

In confronto i bambinetti che di tanto in tanto mi assegnano sono dei signori. Quelli sì che sanno come dire le cose in faccia, come tirar fuori delle buone idee. Invece gli autori del primo tipo sono così noiosi. So cosa diranno ancor prima che aprano bocca, che contestino i suggerimenti, che dispensino i loro sorrisetti bastardi. Eppure noi editor continuiamo a insistere. E' il nostro lavoro, la nostra passione e ci dà fastidio l'incompiuto. Anche a costo di ingurgitare una confezione intera di Malox.

Nessun commento:

Posta un commento